Storia e usi degli orci pugliesi in terracotta
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Storia e usi degli orci pugliesi in terracotta

La storia

Gli orci pugliesi antichi sono gli oggetti che più rappresentano il mondo della terracotta. La tradizione circa la loro realizzazione è rimasta fedele nei secoli, rendendo questo prodotto artigianale unico e inimitabile nel suo genere.

La prima comparsa potrebbe risalire al XIV secolo. In quel periodo le antiche casate e masserie del centro-sud Italia avevano bisogno di contenitori adatti a conservare e preservare i prodotti lavorati della terra, come oli e vini.

Scopriamo in questo articolo cosa sono gli orci pugliesi e quali sono le loro caratteristiche e utilità.

 

Che origine ha il termine “orcio”?

La parola “orcio” viene utilizzata principalmente nel centro Italia per descrivere un vaso panciuto in terracotta che viene interamente lavorato a mano.

Si potrebbe facilmente confondere con quella che è la più classica e famosa anfora, ma l’orcio altro non è che una sua variante, decisamente più generoso nella forma e nei decori. In linea generale l’orcio ha una forma tondeggiante ed è caratterizzato da due o più fasce che lo avvolgono. In alto troviamo i due manici (anche se facilmente potresti trovarne senza), mentre la pancia è sempre ornata da decori di ogni tipo oppure dallo stemma che rappresenta l’artigiano produttore.

Curiosamente, il termine “orcio” veniva anticamente utilizzato comeunità di misura per il volume, nel quale caso si tratta di un dodicesimo del cogno, o 37.98 galloni.

Inoltre, nel lontano 1612, la 1° edizione del vocabolario dell’Accademia della Crusca definisce l’orcio come un “vaso di terra cotta”. 

 

Le caratteristiche e l’utilità degli Orci pugliesi antichi

Oggi gli orci di grandi dimensioni vengono utilizzati prevalentemente per adornare i giardini o l’interno di ville e dimore storiche e di pregio. In antichità invece servivano a contenere olio, il vino e perfino frumento. In particolare per il vino, alcuni produttori decidono di far affinare il proprio prodotto ancora adesso in questi contenitori di terracotta, nel rispetto della propria tradizione enologica.

Se sei un appassionato delle tradizioni della nostra terra, forse dovresti approfondire la tua conoscenza leggendo l’articolo sulla storia della frisa pugliese con olio EVO e pomodoro.

Qualche secolo fa l’orcio era usato soprattutto per conservare liquidi. Solitamente era un contenitore molto grande, ma vi erano anche orci di dimensioni minori, usati perlopiù come brocche. Col medesimo termine si indicava anche un altro vaso caratterizzato da una forma allungata ma che principalmente veniva utilizzato per contenere il vino. 

Un’ulteriore variante è lo “ziro” , che si presenta di forma più sottile e smaltato all’interno in modo da poter contenere l’olio. La decorazione talvolta è limitata ad alcune fasce in rilievo che rendono più ergonomica la presa evitando di farlo cadere e perdere il prezioso contenuto.

L’Orcio classico pugliese è diventato parte integrante della nostra tradizione, e raccoglie nella sua tipica forma dal collo allungato tutta la tipicità dell’arte di lavorare la terracotta dei maestri pugliesi.

Insomma, un contenitore non solo di olio tipico pugliese, ma anche di storia, tradizione e arte della nostra magnifica regione Puglia!

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